senti spesso un’irrefrenabile prurito all’ano, che ti spinge a grattarti e che ti rende difficile non solo la normale giornata lavorativa, ma anche il giusto riposo la notte?
al prurito si associa spesso bruciore, pizzicore, sensazione di corpo estraneo nell’ano, e questi sintomi non accennano a diminuire col tempo, anzi ti sembra si siano cronicizzati?
il prurito anale è una delle più invalidanti condizioni proctologiche, che affligge centinaia di migliaia di nuove persone ogni anno nella sola Italia.
anche se non è una vera e propria patologia, ma un sintomo che ha sempre una causa a monte, il prurito anale viene percepito dal paziente proprio come una vera e propria malattia, capace di diminuire di molto la qualità di vita.
leggi questa pagina scritta dalla Dott.ssa Luisella Troyer, Medico Proctologo, per scoprire da cosa può originare il prurito anale, e quello che si può fare per contrastarlo e risolverlo.
Che cosa s’intende per prurito anale?
il prurito anale indica una condizione in cui vi è un’impellente urgenza di grattarsi l’ano, spesso accompagnata da pizzicore e, non di rado, anche bruciore.
a volte, tale urgenza diviene così improcrastinabile da minare seriamente la vita quotidiana del soggetto che ne è affetto, arrivando a condizionarne anche le relazioni sociali.
a livello statistico, si osserva una maggiore propensione al prurito anale da parte degli uomini rispetto alle donne, mentre la fascia d’età maggiormente colpita risulta essere quella adulta, approssimativamente tra la seconda e la terza decade di vita.
a livello clinico, esistono due tipologie di prurito anale, basate sulla causa d’origine dello stesso:
- Prurito anale idiopatico;
- Prurito anale secondario
il prurito anale idiopatico, sicuramente la forma più difficile da trattare, non ha una motivazione organica specifica, e solitamente risulta di grave entità .
il prurito anale secondario, fortunatamente più comune di quello idiopatico, come il nome del resto lascia intuire è un sintomo di una patologia a monte che, risolta, determina anche la risoluzione del prurito.
Quali sono le cause del prurito anale?
anite con dermatite perianale causata da ano umido, a sua volta causato da prolasso emorroidario
il prurito anale idiopatico non ha cause specifiche riconducibili ad altre patologie o condizioni fisiologiche, e si presenta improvvisamente e, quasi sempre, violentemente.
il prurito anale secondario, invece, è sempre un sintomo di una patologia, o comunque condizione patologica, che è la causa originaria del problema.
nella maggior parte dei casi, il prurito anale secondario ha una natura squisitamente proctologica, ed è dovuto ad una lunga serie di patologie del canale anale, quali:
- Emorroidi patologiche;
- Ragadi anali;
- Fistole anali;
- Condilomatosi anale;
- Diarrea cronica;
- Cicatrici essudative frutto di passati interventi proctologici;
- Polipi anali;
- Carcinomi dell’ano e del retto;
- Ipotonia sfinteriale (il cosiddetto ‘ano beante’);
- Infezioni batteriche o parassitarie (come la candidosi);
- Aniti e proctiti;
- La psoriasi;
- Dermatiti chimiche, date dall’uso di detergenti aggressivi o da un eccesso di pulizia anale
tutte queste patologie o comunque condizioni patologiche, alla lunga, irritano la mucosa anale e provocano aumento della produzione di muco, spesso con ipotono dell’orifizio anale, che a sua volta provoca macerazione della mucosa e della cute peri-anale, con intensa dermatite (anite) e conseguente prurito.
l’ano umido è il termine medico per identificare proprio una condizione per cui, ad una patologia a monte, è derivata la cute macerata, che a sua volta provoca irritazione e prurito.
c’è poi da aggiungere un fattore di co-morbilità importante: la cute lesionata, arrossata ed infiammata (spesso, con micro-lacerazioni dovute al grattarsi del paziente) è particolarmente soggetta a infezioni opportunistiche di batteri e parassiti, che complicano la situazione di partenza, peggiorando il prurito anale.
la lista di agenti infettivi che possono colpire la delicata mucosa anale e la cute peri-anale è estremamente lunga, ma tra i maggiori possiamo citare:
- Lo stafilococco;
- Il Treponema pallidum;
- La Neisseria gonorrea;
- La tubercolosi (nella sua forma anale, seppur rara comunque possibile);
- Il Papillomavirus umano (HPV);
- L’Herpes simplex genitale;
- Il mollusco contagioso
non va poi dimenticato un particolare genere di dermatite anale dovuta al contatto con tessuti sintetici (nylon, misti sintetici o colorati con particolari pigmenti), che in molti soggetti è sufficiente per scatenare una grande irritazione e conseguente prurito anale.
quando nessuna di queste cause secondarie è presente ma si scatena comunque prurito nel paziente, esso si definisce idiopatico.
il prurito idiopatico è solitamente intermittente, particolarmente violento e si manifesta a periodi, in cui mesi di quiete e remissione sono seguiti da settimane o mesi di recrudescenza.
Qual’è il sintomo del prurito anale?
asportazione di marisca perianale, causa di continuo prurito
il prurito anale è di per sé un sintomo, e si manifesta come un urgente e, spesso, improrogabile bisogno di grattarsi l’ano e/o la zona perianale.
spesso, oltre a questa sensazione di grattarsi si può associare anche bruciore e punture di spillo nella zona anale, che peggiorano la sintomatologia e, spesso, rendono impossibile la concentrazione per il soggetto che ne è affetto.
Qual’è la diagnosi del prurito anale?
per l’ampia sintomatologia e le altrettanto ampie condizioni patologiche che lo possono provocare, il prurito anale ha una delle diagnosi più difili di tutta la proctologia.
essenzialmente, la diagnosi del prurito anale è la diagnosi della patologia che lo genera:l’anamnesi deve quindi essere particolarmente precisa ed attenta, e il Medico Proctologo deve analizzare ogni minimo dettaglio del paziente.
malattie pregresse, condizione clinica attuale, eventuali allergie o alterazioni del metabolismo, sensibilità dermatologiche oltre a condizione psicologica.
le abitudini alimentari, sessuali, igieniche e comportamentali del paziente devono essere perfettamente inquadrate, così come deve essere conosciuto l’abbigliamento intimo e il suo tessuto.
l’anamnesi è poi seguita dalla visita proctologica che, oltre all’esame clinico, viene completata con la proctoscopia, meglio se effettuata mediante videoproctoscopia.
la visita proctologica ha come scopo l’ispezione non sono della mucosa anale, ma anche della cute peri-anale, in cerca di lesioni (anche minime) che possono dar luogo a dermatiti, arrossamenti, piccole ulcerazioni e qualsiasi altra affezione che potrebbe scatenare il prurito.
nelle pazienti donne tale esame è spesso esteso anche all’area prettamente ginecologica, poiché non è raro il caso di infezioni (batteriche o mitotiche) che, dalla vagina, si espandono anche nella zona anale e perianale.
Qualsiasi sia la causa del prurito anale, idiopatica o secondaria, è sempre buona norma non eccedere con il trattamento cortisonico topico.
La mucosa anale e peri-anale, difatti, non avendo un adeguato strato coreno protettivo, è particolarmente assorbente, soprattutto delle preparazioni topiche come creme e pomate.
Questo vuol dire che il cortisone può penetrare con più facilità nei tessuti, aiutando sì il contenimento dell'infiammazione, ma anche abbassando di molto le difese immunitarie, e favorendo dunque la proliferazione di funghi e batteri, nonché la propagazione dei virus.
Come si può curare il prurito anale?
la terapia per il prurito anale è, giocoforza, la terapia per curare la sua causa, cioè la patologia scatenante.
datosi che oltre il 20% dei pruriti anali secondari è dipeso da dermatiti (aniti e proctiti) più o meno estese, la regola generale da seguire, a prescindere dalla patologia originaria il prurito, è comunque quella di mantenere una buona igiene dell’area anale e peri-anale.
mantenere pulita ed asciutta l’area anale, evitando detergenti aggressivi o inutili (a volte, dannose) creme medicate è, generalmente, una terapia di prima linea che si adatta come supporto a qualsiasi terapia specifica.
pomate ed unguenti cortisonici sono generalmente evitati (specie in caso di ipotesi di infezioni micotiche), e il loro utilizzo è prescritto solo in casi specifici, e solamente come palliativo momentaneo mentre il Medico Proctologo cerca comunque di debellare la causa del prurito.
nei casi ritenuti gravi di prurito che si sviluppa la notte, e che rende difficoltoso o del tutto impossibile il riposo, può essere prevista la prescrizione di sedativi o tranquillanti per permettere al paziente il giusto riposo.
non di rado, in caso di prurito anale idiopatico, è spesso richiesto il supporto di un Medico Psichiatra o di uno Psicologo, poiché in una percentuale non bassa di soggetti, la causa dell’intenso prurito è di natura psicologica.
Quale Medico può essere d’aiuto in caso di prurito anale?
lo specialista sanitario con esperienza nel prurito anale, e nelle patologie che lo generano, è il Medico Proctologo.
il Medico Proctologo è la figura medica che studia e cura tutte le affezioni dell’ano e del retto, e quindi è la figura di riferimento in caso di prurito anale.
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la Dott.ssa Luisella Troyer è un Chirurgo Vascolare perfezionata in Proctologia, con oltre trent’anni d’esperienza nelle principali affezioni del retto e dell’ano.
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- Ascessi peri-anali e fistole anali;
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Quindi ricorda che...
- il prurito anale è quell'irrefrenabile sensazione di grattarsi l'ano, spesso accompagnata da pizzicore e bruciore;
- il prurito anale è sempre un sintomo di una patologia a monte, che nella maggior parte dei casi si rivela di origine proctologica;
- il prurito anale si divide in idiopatico e secondario, a seconda della causa scatenante;
- molte condizioni patologiche dell'ano o del retto possono dare origine al prurito anale, come le emorroidi patologiche, una ragade anale, una proctite, un'anite o una condilomatosi;
- la diagnosi del prurito anale non è mai agevole, e coincide con la diagnosi della sua patologia scatenante;
- la terapia per il prurito anale prevede la necessaria risoluzione della malattia che lo ha generato, se secondario;
- il prurito anale idiopatico è particolarmente grave e difficile da trattare, poiché in molti casi è un sintomo psicosomatico;
- in caso di prurito improvviso, evita l'uso di creme cortisoniche da banco, anche se suggerite dal farmacista, ma piuttosto prenota quanto prima una visita proctologica specialistica
Nota deontologica
La Proctologia, in Italia, non ha ancora una Scuola di Specializzazione riconosciuta dal Ministero dell'Istruzione.
Non è quindi legalmente possibile riportare l'aggettivo 'specialista' al Medico Proctologo, poiché tale titolo accademico è riservato solo al Medico che, legalmente, ottiene un Diploma di Specializzazione.
Come branca della Medicina, la Proctologia può essere inquadrata come disciplina chirurgica, che può però allargarsi ed intendersi perfezionamento della Gastroenterologia, della Dermatologia, della Chirurgia Vascolare, dell'Oncologia, della Infettivologia e, non ultimo, anche della Ginecologia.
Questo vuol dire che la formazione del Medico che intende definirsi 'Proctologo' è effettuata prevalentemente sul campo, attraverso l'esperienza diretta e i casi clinici affrontati e risolti, nonché del continuo studio ed aggiornamento professionale.
La Dott.ssa Luisella Troyer, iscritta all'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Milano, tiene dunque a precisare che ella è un Medico Chirurgo Specialista in Chirurgia Vascolare, e perfezionata poi Proctologo durante il suo trentennale esercizio della professione medica.
Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dalla Dott.ssa Luisella Troyer il giorno:
domenica 11 febbraio, 2024
La Dott.ssa Luisella Troyer è un Medico Chirurgo, specializzata in Chirurgia Vascolare e perfezionata in Proctologia.
Sin dal suo percorso come specializzanda, la Dottoressa ha avuto a cuore lo studio e la cura delle patologie proctologiche, in particolar modo delle emorroidi e dei prolassi emorroidari.
Ha accumulato, nel corso del suo esercizio come Chirurgo, circa 5000 ore di sala operatoria come primo operatore, di cui circa 120 di emorroidectomia Milligan-Morgan.
È uno dei primi Medici ad aver studiato e sperimentato la terapia con scleromousse per le emorroidi patologiche, che la Dottoressa ha giudicato d'elezione per il trattamento non traumatico dei prolassi emorroidari, con statistiche di risoluzione superiori al 95% e pertanto spesso comparabili con l'accesso chirurgico.
In ogni sua visita proctologica la Dottoressa utilizza, a complemento della valutazione clinica, un moderno videoproctoscopio totalmente digitale, di sua ideazione e realizzazione, in grado di catturare in tempo reale flussi video in alta risoluzione, che compone l'esame specialistico denominato Videoproctoscopia Endoscopica Elettronica.
Esegui l'esame della Video Proctoscopia Endoscopica Elettronica*
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Bravissima, la consiglio davvero."
Studio peraltro bello ed accogliente, ambiente familiare e tanta simpatia da parte della segretaria e degli assistenti!"