provi un dolore esteso e lancinante nella zona anale, che si scatena soprattutto quando vai di corpo?
dopo che hai defecato ti accorgi che sanguini dall’ano, e trovi striature di sangue rosso vivo sulle feci oppure sulla carta igienica?
la ragade anale è una patologia estremamente dolorosa che può affliggere l’ano ed il canale anale e che, se non trattata, tende a cronicizzare nel tempo, diventando una vera e propria piaga.
leggi questa pagina per scoprire cos’è una ragade anale, quali sono le condizioni che la causano, come si diagnostica e come può essere curata.
Cos’è una ragade anale?
ragade anale vista all'esame di videoproctoscopia
la ragade anale è una lesione (ferita) del canale anale, caratterizzata dalla sua lenta o del tutto assente cicatrizzazione.
convenzionalmente, tutte le lesioni del canale anale che non cicatrizzano spontaneamente in circa quattro-sei settimane sono considerate delle potenziali ragadi, anche se questa tempistica dovrebbe essere presa come una linea guida generica.
la ragade anale ha molte caratteristiche similari ad un’ulcera e, di fatto, lo è, mostrando peculiarità della piaga in senso stretto: lenta o lentissima cicatrizzazione, sanguinamento allo sfregamento, formazione di tessuto fibrotico dei margini della ferita, tendenza alla formazione di tessuto di granulazione cronico, che non permette la guarigione.
la ragade anale può colpire ogni distretto del canale anale, ma solitamente affligge la parte posteriore di esso.
Come si presenta una ragade anale?
la lacerazione della ragade si presenza sempre verticale al canale anale, parallela alle naturali plissettature dell’orifizio anale.
la lesione può essere di piccola o grande entità , ed appare all’esame della videoproctoscopia come una ferita arrossata, quasi sempre sanguinante al passaggio del proctoscopio, dai margini duri e fibrotici se già cronicizzata nel tempo.
le ragadi ‘fresche’, cioè non ancora cronicizzate, hanno fondo rossastro e sanguinolento, al contrario delle ragadi in essere da molto tempo, dal fondo biancastro (per via del tessuto di granulazione malato) e, a volte e nel caso di lesioni profonde, l’estensione della ferita arriva sino alla tonaca muscolare dello sfintere.
le ragadi ben all’interno del canale anale non sono osservabili direttamente senza l’esame endoscopico, e spesso la comune proctoscopia, eseguita col comune proctoscopio ottico, non permette un’osservazione ottimale della lesione.
per questo, per una diagnosi più precisa e più agevole per il Medico Proctologo, occorre ricorrere all’esame di videoproctoscopia, in grado di rilevare anche ragadi di piccola dimensione, visualizzandone perfettamente fondo e bordi.
Statisticamente, la lacerazione della mucosa anale causata da feci particolarmente dure, tipiche dei soggetti stitici, è una delle cause principali delle ferite che poi, in una piccola percentuale dei casi, cronicizzano poi un una ragade anale.
Fortunatamente, solo una piccola percentuale di esse poi si tramuta in una lesione cronica a carattere ulcerativo che richiede teapia medica o chirurgica.
Quali sono le cause di una ragade anale?
la ragade è una ferita, e come ogni ferita la sua origine è traumatica.
la causa più frequente di questo traumatismo è il passaggio di feci particolarmente dure, tipiche del soggetto stitico, che sono in grado di lacerare la delicata mucosa anale.
anche frequenti episodi diarroici, con feci particolarmente acidificate, sono in grado di provocare lesioni che danno origine ad una ragade.
vi è poi la possibilità , statisticamente minoritaria ma presente, che un rapporto sessuale non particolarmente lubrificato possa causare una ferita che poi darà origine ad una ragade.
a prescindere dall’evento traumatico scatenante, la vera causa della mancata cicatrizzazione della ragade anale è, nella maggioranza dei casi, un ipertono del muscolo sfintere interno che, sollecitato dal dolore che provoca la ragade, si contrae con costanti spasmi, che a loro volta peggiorano la vascolarizzazione della zona e non permettono alla ragade di guarire.
in pratica, la ragade stessa sollecita lo sfintere interno (che è un muscolo involontario) a contrarsi, e questo spasmo, ripetuto costantemente, non permette alla ferita di guarire.
un po’ un circolo vizioso, che permette all’ulcera di auto-sostenersi e divenire quindi una piaga cronica.
Quali sono i sintomi di una ragade anale?
ragade perianale
iI sintomo più importante, che mette in allarme il paziente e lo spinge a recarsi d’urgenza dal Medico (spesso, anche al Pronto Soccorso) è il dolore lancinante che la ragade provoca durante e subito dopo la defecazione.
tale dolore, riferito come straziante, si accompagna spesso a bruciore e prurito anale, e non sono rari i casi in cui la sua durata va ben oltre l’atto dell’evacuazione, prolungandosi anche per ore dopo.
unito al dolore, il paziente sperimenta anche perdita di sangue durante la defecazione, con presenza di striature rossastre su carta igienica e feci (ematochezia), che solitamente mette molto spavento e che fa ricorrere d’urgenza alla visita proctologica.
questo dolore intenso durante e dopo la defecazione, spesso e volentieri deprime il paziente, che volontariamente o meno (in un riflesso inconscio) ritarda sempre di più l’evacuazione, sviluppando una vera e propria stipsi.
a sua volta, la stipsi peggiora la qualità dell’alvo, rendendolo più duro e, quindi, in grado di lacerare ulteriormente la ragade, impedendone o rallentandone la guarigione.
quasi sempre per ragadi molto infiammate, vi è la contestuale formazione di una papilla ipertrofica proprio all’apice della ragade, simile ad un polipo o ad un prolasso emorroidale, che spesso viene confusa dal paziente proprio con esso.
tale papilla può estrudere dall’ano durante l’evacuazione, e generalmente è una complicanza della ragade che peggiora la sua cicatrizzazione.
se la ragade è vicino al margine dell’orifizio anale, può comparire anche una marisca, ovvero una protuberanza cutanea particolarmente arrossata e dolente.
nel caso (raro, ma possibile) che la ragade s’infetti e dia inizio ad un ascesso anale, è da mettere in preventivo anche la comparsa di un’eventuale fistola.
Come si diagnostica una ragade anale?
la ragade anale è facilmente diagnosticabile con l'esame di videoproctoscopia elettronica
la diagnosi della ragade anale è effettuata per mezzo della visita proctologica, mediante valutazione clinica e proctoscopia.
l’esplorazione digitale condotta dal Medico Proctologo già indirizza lo specialista verso la diagnosi di ragade, ma essa è comunque confermata con l’esame di proctoscopia.
la proctoscopia tradizionale, effettuata con il proctoscopio ottico, è stata superata, negli studi medici d’eccellenza dalla Videoproscoscopia Endoscopica Elettronica.
un esame indolore, eseguito totalmente in digitale, che per mezzo di una videocamera in alta definizione riesce a catturare, in tempo reale, anche il più piccolo dettaglio del canale anale e rettale, permettendo l’identificazione immediata della ragade, della sua posizione e del suo stadio.
nel caso il Medico Proctologo sospetti di un ipertono dello sfintere, è possibile che venga prescritto al paziente anche l’esame di manometria ano-rettale.
laddove vi sia la presenza di pus o comunque escrezioni infette, il Medico Proctologo potrebbe prescrivere anche un’ecografia endoanale, a completamento della valutazione proctologica.
Qual’è il trattamento idoneo per curare una ragade anale?
ulcera del retto
la maggior parte delle ragadi anali guarisce spontaneamente nel tempo, senza richiedere alcun trattamento medico o chirurgico.
tale tempo di guarigione può comunque essere agevolato da buone norme comportamentali e dietetiche, che si basano sul favorire l’espulsione di feci morbide e ben formate, non stitiche o diarroiche, e una buona pulizia della zona anale.
nella fase acuta della ragade è possibile prescrivere creme lenitive e cicatrizzanti, nonché detergenti delicati, emollienti e stimolanti la guarigione (ad esempio, ottime le mousse all’acido ialuronico).
l’alvo, anche in questo caso, deve essere tenuto quanto più possibile regolare, con l’assunzione di idonee quantità di fibre, di frutta, di verdura e, se richiesto, anche il supporto di probiotici.
nel caso di ipertono accertato dello sfintere, è necessario rilassare il muscolo con le opportune terapie mediche, quali l’uso di dilatatori anali termici (di grande efficacia e di semplice utilizzo) oppure particolari pomate alla nitroglicerina.
anche il ricorso alle iniezioni di tossina botulinica può essere considerato, per aiutare lo sfintere interno a rilassarsi e non contrarsi eccessivamente.
Come ogni altro muscolo liscio, anche lo sfintere interno è un muscolo involontario.
Questo vuol dire che non lo possiamo controllare direttamente, come invece facciamo con lo sfintere esterno, ma le sue contratture e decontratture sono automaticamente gestite dalla terminazione nervosa.
Un particolare ipertono dello sfintere interno, cioè degli spasmi e delle contrazioni aumentate rispetto alla norma, sono il motivo principale per cui le ragadi anali non guariscono.
Gli spasmi dello sfintere, difatti, peggiorano l'afflusso di sangue e ossigeno alla lesione, impedendole di guarire.
La cosa curiosa è che questi spasmi sono causati proprio dalla ragade stessa, che stimola automaticamente il muscolo sfintere interno alla contrazione.
In pratica, un cane che si mangia la coda, e che alimenta la ragade.
Quando si deve ricorrere alla Chirurgia per trattare una ragade anale?
la terapia chirurgica è riservata esclusivamente a quelle ragadi che risultato refrattarie ai trattamenti coadiuvanti e medici.
fortunatamente, questo tipo di ragadi è statisticamente raro, e riguarda solo un numero limitato di casi.
nei casi di ipertono sfinteriale cronico ed insensibile alla cura farmacologica, generalmente l’intervento indicato è la sfinterotomia, cioè l’incisione eseguita con un certo protocollo dello sfintere interno, che ha l’obiettivo di ridurne il tono.
questo intervento è efficace, ma vi è la possibilità (seppur minima) di sviluppare poi una qualche forma di incontinenza fecale.
ragadi cronicizzate da molto tempo, con margini duri e fibrotici e fondo biancastro, sono impossibilitate a guarire spontaneamente se non aiutate da un particolare intervento noto come fissurectomia.
con la fissurectomia, il Chirurgo Proctologo asporta totalmente la lesione incidendo una losanga attorno alla ragade, trasformando di fatto il tessuto fibrotico malato in tessuto sano, che tenderà poi a rimarginarsi spontaneamente in qualche settimana.
la fissurectomia è l’intervento sempre preferibile, ove possibile, alla sfinterotomia: i tempi di guarigione di questo intervento, difatti, sono estremamente contenuti, e viene sempre conservata la funzionalità originaria dello sfintere.
Qual’è il Medico che può diagnosticare e curare la ragade anale?
la ragade anale è una specialità della Proctologia, ossia quella parte della Medicina che studia e cura le patologie del retto, dell’ano e dell’orifizio anale.
il Chirurgo Proctologo è dunque la figura di riferimento per la ragade anale, ed è il professionista sanitario in grado di diagnosticare la lesione e curarla, sia farmacologicamente che, all’occorrenza, anche chirurgicamente.
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Quindi ricorda che...
- la ragade anale è una lesione del canale anale che ha la caratteristica di guarire lentamente, o di non guarire affatto, cronicizzando in una vera e propria ulcera;
- non tutte le ragadi anali diventano croniche, anzi: solo una piccola parte delle lesioni anali diventa una ragade;
- fortunatamente, una percentuale minima di ragadi necessita di cure mediche: la maggior parte guarisce spontaneamente, seppur in un tempo medio-lungo;
- la ragade anale è solitamente molto dolorosa, specie durante la defecazione, e ha la caratteristica di sanguinare spesso;
- qualsiasi ferita al canale anale può, teoricamente, diventare una ragade;
- la mancata cicatrizzazione della ragade è data solitamente da un ipertono del muscolo sfintere interno che, contraendosi in spasmi, peggiore la vascolarizzazione della zona e impedisce alla ferita di guarire;
- ragadi fresche possono essere curate con la giusta terapia medica, mentre ragadi cronicizzate, dai margini fibrotici ed associate a certo ipertono sfinteriale, solitamente necessitano di revisione chirurgica;
- la sfinterotomia è l'incisione calcolata dello sfintere interno, con lo scopo di abbassarne il tono pressorio e permettere alla ragade di guarire;
- la fissurectomia è invece l'asportazione totale della ragade ormai fibrotica, con la creazione di una nuova ferita sana che potrà guarire
Nota deontologica
La Proctologia, in Italia, non ha ancora una Scuola di Specializzazione riconosciuta dal Ministero dell'Istruzione.
Non è quindi legalmente possibile riportare l'aggettivo 'specialista' al Medico Proctologo, poiché tale titolo accademico è riservato solo al Medico che, legalmente, ottiene un Diploma di Specializzazione.
Come branca della Medicina, la Proctologia può essere inquadrata come disciplina chirurgica, che può però allargarsi ed intendersi perfezionamento della Gastroenterologia, della Dermatologia, della Chirurgia Vascolare, dell'Oncologia, della Infettivologia e, non ultimo, anche della Ginecologia.
Questo vuol dire che la formazione del Medico che intende definirsi 'Proctologo' è effettuata prevalentemente sul campo, attraverso l'esperienza diretta e i casi clinici affrontati e risolti, nonché del continuo studio ed aggiornamento professionale.
La Dott.ssa Luisella Troyer, iscritta all'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Milano, tiene dunque a precisare che ella è un Medico Chirurgo Specialista in Chirurgia Vascolare, e perfezionata poi Proctologo durante il suo trentennale esercizio della professione medica.
Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dalla Dott.ssa Luisella Troyer il giorno:
domenica 11 febbraio, 2024
La Dott.ssa Luisella Troyer è un Medico Chirurgo, specializzata in Chirurgia Vascolare e perfezionata in Proctologia.
Sin dal suo percorso come specializzanda, la Dottoressa ha avuto a cuore lo studio e la cura delle patologie proctologiche, in particolar modo delle emorroidi e dei prolassi emorroidari.
Ha accumulato, nel corso del suo esercizio come Chirurgo, circa 5000 ore di sala operatoria come primo operatore, di cui circa 120 di emorroidectomia Milligan-Morgan.
È uno dei primi Medici ad aver studiato e sperimentato la terapia con scleromousse per le emorroidi patologiche, che la Dottoressa ha giudicato d'elezione per il trattamento non traumatico dei prolassi emorroidari, con statistiche di risoluzione superiori al 95% e pertanto spesso comparabili con l'accesso chirurgico.
In ogni sua visita proctologica la Dottoressa utilizza, a complemento della valutazione clinica, un moderno videoproctoscopio totalmente digitale, di sua ideazione e realizzazione, in grado di catturare in tempo reale flussi video in alta risoluzione, che compone l'esame specialistico denominato Videoproctoscopia Endoscopica Elettronica.
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