
Ti capita spesso, oppure ti capita saltuariamente, di perdere sangue dall’ano, specie durante la defecazione oppure dopo aver appena defecato?
La perdita ematica dall’ano è un evento che mette quasi sempre autentico terrore, talmente elevato da correre, a volte, direttamente in Pronto Soccorso, ma nella maggior parte dei casi, fortunatamente, è un evento che ha cause benigne, anche se sicuramente da indagare.
Se anche tu sperimenti perdite di sangue dall’ano dopo aver evacuato, prima di tutto rimani calmo e razionale: la statistica medica è dalla tua parte, visto che oltre l’80% degli episodi di ematochezia (cioè proprio la perdita di sangue anale) sono legati a condizioni benigne, come le emorroidi patologiche o una ragade anale.
Quello che devi fare è però consultare un Medico Proctologo, cioè il Medico perfezionato proprio nella diagnosi e nella cura di tutte le patologie che possono colpire la zona ano-rettale.
Mentre attendi la tua visita proctologica, leggi questa pagina per scoprire quali possono essere le cause della perdita di sangue dall’ano, e quello che puoi fare, nel frattempo, per calmarti e stare meglio.
Questa pagina è stata scritta da informatori e divulgatori sanitari ed è stata revisionata dal Medico specialista: non è stata generata da un software di IA, quindi le informazioni che troverai sono sicure e validate da professionisti competenti.
Perché può uscire sangue dall'ano?
prolasso emorroidario con sanguinamento anale
L'ano, chiamato anche orifizio anale, è l'ultima parte del lungo apparato digerente umano (e dei mammiferi in generale), che come è ben noto a tutti comincia dal cavo orale.
Se il compito della bocca è immettere nutrienti e liquidi nel corpo, il compito dell'orifizio anale è espellere gli scarti metabolici insolubili in acqua, processati nel lungo processo della digestione.
plesso emorroidario prolassato e sanguinante
L'orifizio anale è essenzialmente un'apertura circolare di un corto segmento chiamato canale anale, composto sostanzialmente da mucosa intestinale molto plissettata ed elastica, capace di aprirsi secondo la volontà dei muscoli sfinteri (interno ed esterno) e permettere dunque l'evacuazione delle feci.
Subito attaccato al canale anale c'è poi il canale rettale, cioè l'unica parte 'dritta' dell'intestino, dove le feci formate si ammassano grazie all'ampolla rettale (un'ectasia naturale dell'alto retto) e divengono dunque pronte per essere scaricate.
La zona del canale ano-rettale è riccamente vascolarizzata, specie il canale anale, che è circondato da tre cuscinetti atero-venosi chiamati plessi emorroidali.
Questi plessi, chiamati anche emorroidi, sono delle fisiologiche unità vascolari, il cui compito principale è quello di irrigare opportunamente tutto l'ano di sangue ossigenato e, di rimando, recuperare il sangue refluo venoso.
Un secondo compito delle emorroidi, benché minoritario, è quello di aiutare parzialmente i muscoli sfinteri nella continenza fecale.
Questa complessa anatomia del canale ano-rettale fa sì che il canale stesso abbia caratteristiche peculiari, importanti per permettere al corpo di espletare normalmente i propri bisogni fisiologici.
Ma proprio perché sia l'ano che il retto sono riccamente vascolarizzati, anche minime lacerazioni, o spesso anche solo irritazioni, possono portare ad episodi di sanguinamento.
Difatti la mucosa dell'ano-retto, al contrario della pelle esterna del corpo, ha un epitelio sottilissimo, e non è presente lo strato corneo tipico dell'epidermide.
Questa mancanza fa sì che la mucosa intestinale sia estremamente delicata, e anche piccole variazioni della consistenza delle feci (troppo dure o troppo morbide) spesso possono ferirla, e dunque farla sanguinare.
Quando la perdita ematica è contenuta (macchie, striature su carta igienica o feci, piccole perdite gocciolanti) si definisce ematochezia, mentre se la perdita è copiosa, a volte con vero e proprio flusso di sangue, si definisce rettoragia.
Quando la tracce di sangue invece sono molto, molto scure, praticamente nere, tanto da colorare di scuro anche le feci, si definisce melena, ed è un sintomo abbastanza importante, che determina spesso problemi seri nell'alto colon, e che richiede sempre approfondite indagini.
Assieme alla carie dentale, le emorroidi patologiche sono stimate come la patologia più diffusa in assoluto in tutta la popolazione mondiale.
Sebbene si conoscano ormai da anni i fattori predisponenti e scatenanti del prolasso emorroidario, non vi è ancora unanimità scientifica sulle cause esatte dell'inizio dell'estrusione dei plessi.
Due teorie, non necessariamente in contrasto tra di loro, sono state ipotizzate per spiegare perché le emorroidi, in così tanta gente, estrudono e s'infiammano: la teoria meccanica e la teoria emodinamica.
Molto probabilmente la vera causa è dipesa da motivazioni valide in entrambe le teorie: vi è sicuramente un problema di pressione endoaddominale che, per le note cause scatenanti (stipsi cronica, sforzi eccessivi, aumento fisiologico dell'età , ecc.) causa un cedimento dei tessuti di supporto delle emorroidi, e vi è anche una decisa componente vascolare, con una certa predisposizione dei tessuti allo sfiancamento, spesso generato dalla Malattia Venosa Cronica.
Quali sono le cause principali del sanguinamento anale?
gavocciolo emorroidale prolassato
Il sangue che esce dall'ano, specie durante lo sforzo evacuatorio, è sempre un sintomo, che a monte ci indica una lesione intestinale.
Nella maggioranza dei casi, questa lesione è localizzata proprio nel canale anale o nel retto, ma in altri episodi, fortunatamente minoritari, la lesione può riguardare anche l'alto intestino.
ragade peri-anale
Generalmente, il colore del sangue che si nota uscire è già indicativo della posizione della ferita: sangue rosso intenso, difatti, indica di solito una lesione adiacente all'orifizio anale, mentre sangue via via più scuro (quindi digesto) può indicare una ferita nel sigma, nel colon discendente, traverso o anche ascendente.
Premesso ciò, le cause statisticamente più comuni del sanguinamento anale sono:
- Le emorroidi patologiche e/o la lacerazione dei plessi emorroidali (causa più comune);
- Le ragadi anali;
- La proctite (l'infiammazione del canale ano-rettale);
- L'ulcera solitaria del retto;
- La diverticolite;
- La fistola anale;
- La rettocolite ulcerosa;
- La Malattia di Chron;
- La condilomatosi del canale ano-rettale;
- Il carcinoma del retto o dell'intestino (causa più rara)
Fortunatamente, la statistica medica ci dice che oltre l'80% degli episodi di perdita di sangue dall'ano sono causati da patologie benigne, come il prolasso o la lacerazione dei plessi emorroidali, le ragadi anali o la diverticolite, mentre i casi di sanguinamento anale dovuti a stati oncologici sono minoritari, e comunque risultano solitamente come sintomatologia abbastanza avanzata del carcinoma.
Perché le emorroidi possono sanguinare?
Le emorroidi sono dei morbidi cuscinetti ricchi di sangue sia arterioso che venoso, che circondano l'orifizio anale e sono ben adese alle sue pareti per mezzo del collagene.
Esistono tre plessi principali: laterale sinistro, anteriore destro e posteriore destro, più altri plessi secondari, molto più piccoli e più a ridosso dell'orifizio anale.
Le emorroidi, che sostanzialmente sono tessuto arterioso e venoso unito senza soluzione di continuità (anastomizzato, in gergo medico), hanno il compito di vascolarizzate adeguatamente la zona del canale anale, e sono rifornite di sangue dalle arterie emorroidali (superiore, media e inferiore).
Nella normalità , le emorroidi svolgono il loro lavoro silenziosamente, e non sono neppure percepite dal soggetto, che spesso ne ignora anche la presenza.
Tuttavia, in seguito a varie cause scatenanti e predisponenti, i plessi emorroidali possono estrudere dalla loro posizione anatomica principale, rigonfiarsi e prolassare verso il basso, dunque verso l'orifizio anale, dando origine a quella che viene chiamata patologia emorroidaria.
Non vi è ancora una causa generale condivisa dalla Medicina per spiegare il prolasso delle emorroidi, ma sono note da tempo le condizioni multifattoriali che portano alla degradazione dei tessuti di supporto dei plessi.
La causa predisponente più nota considera il prolasso dei plessi emorroidali una delle tante forme della Malattia Venosa Cronica, cioè quella predisposizione, acquisita per via familiare, che rende poco elastici i tessuti dei vasi venosi, contribuendo alla loro deformazione e all'origine delle varici.
Oltre a questa causa principale, predisponente, sono ormai note e accertate da anni dalla Medicina una lunga serie di cause scatenanti che possono portare all'estrusione e al prolasso dei plessi emorroidali, tra le quali:
- La stipsi cronica, e l'iper-pressione endoaddominale che causa al paziente ad ogni evacuazione;
- La gravidanza e il parto;
- La diarrea cronica e la Sindrome del Colon Irritabile;
- Alcuni sforzi fisici, lavorativi oppure sportivi (come ad esempio pesistica);
- In generale, qualsiasi condizione che generi un aumento della pressione intra-addominale
Estrudendosi e prolassando, le emorroidi possono lacerarsi durante l'evacuazione, specie se essa avviene con l'emissione di feci troppo dure oppure troppo acidificate (tipico della condizione diarroica).
L'emissione di sangue rosso vivo, anche gocciolante in maniera intensa, ha come causa principale, sovente, proprio la lacerazione dei plessi emorroidali.
La ragade anale: l'ulcera dell'ano che non guarisce
ragade anale sanguinante
Il Medicina, si definisce 'ragade anale' una lesione del canale anale, più o meno adiacente all'orifizio, caratterizzata da una cicatrizzazione molto lenta, quando non addirittura assente.
Si tratta dunque di una vera e propria ferita, sempre parallela alle plissettature della linea pettinata, che può essere causata da una moltitudine di fattori, ma che è spesso legata intrinsecamente alla stipsi cronica.
profonda ragade anale
Difatti, essendo sostanzialmente una lacerazione della mucosa anale, le feci dure e 'sassose', tipiche dei soggetti stitici, spesso sono la causa della ferita che genererà poi una ragade.
Tendenzialmente, si considera 'ragade' vera e propria qualsiasi lesione del canale anale che non cicatrizza completamente in sei settimane dalla lacerazione, ma tale tempistica deve essere presa come una traccia generica, giacché sono molti gli elementi e le condizioni che possono portare ad una lenta cicatrizzazione della ferita, che non necessariamente diventerà una ragade cronica.
Oltre alla stipsi, anche episodi frequenti di diarrea, oppure il sesso anale (specie se eseguito con irruenza e con poco lubrificante) possono portare alla formazione di una lesione che potrà divenire una ragade.
Va ricordato, ad onor di cronaca e per tranquillizzare i pazienti, che solo una piccola parte delle ferite del canale anale diviene, statisticamente, una ragade; e comunque, anche in caso di ragade, oltre il 90% delle stesse, fortunatamente, guarisce spontaneamente o con adeguata terapia medica, anche se in un tempo piuttosto lungo ma non richiedendo però revisione chirurgica.
La causa principale della guarigione lenta della ragade è l'ipertono dello sfintere interno, cioè uno dei due muscoli 'a ciambella' che circondano il canale anale e che servono per aprire e chiudere l'orifizio per permettere l'evacuazione.
A differenza dello sfintere esterno, un tipico muscolo rosso e rigato, comandato volontariamente, lo sfintere interno è un muscolo liscio, comandato dal sistema nervoso autonomo.
In caso di una ferita, lo stimolo della stessa può provocare degli spasmi dello sfintere interno, che come detto non è controllabile a nostro piacere, con delle contrazioni che peggiorano la vascolarizzazione (cioè l'afflusso di sangue ed ossigeno) e rendono dunque lenta la cicatrizzazione della ragade.
I tipici sintomi della ragade, oltre al dolore intenso durante l'evacuazione che spesso si protrae anche per molte ore alla fine della stessa, consistono nell'ematochezia, cioè nella perdita di sangue rosso vivo, che di solito accompagna la fuoriuscita delle feci ma che, a volte, può uscire dall'ano anche durante la giornata.
Il carcinoma del retto, a sua volta compreso come nei tumori colon-rettali, è sicuramente uno dei tumori più temibili e, statisticamente, più probabili specialmente dopo i primi 50 anni di vita.
Colpisce un numero impressionante di soggetti: nella sola Italia, vi sono circa 50.000 nuove diagnosi l'anno, e questa neoplasia è tra le responsabili principali di morte oncologica (circa 24.000 decessi l'anno).
Si tratta della terza neoplasia più comune negli uomini e la seconda nelle donne, e il suo sintomo più pericoloso in assoluto è... La mancanza di sintomi.
Difatti, il tumore del colon e del retto è un vero e proprio killer silenzioso: la neoplasia origina direttamente dalla mucosa anorettale, spesso da un polipo, e i primi stadi della sua evoluzione sono totalmente asintomatici.
Quando i sintomi si manifestano (come il sanguinamento anale), solitamente la degenerazione tumorale è già in stadio molto avanzato, sebbene episodi di rettoragia ed ematochezia possano svilupparsi anche negli stadi iniziali.
Ecco perché lo screening (specie per i pazienti over 50) risulta, assieme alla modifica della dieta e dello stile di vita, una delle armi efficaci per la cura tempestiva del carcinoma del retto e del colon.
L'ulcera solitaria del retto
ulcera solitaria del retto con flogosi della mucosa attorno ad essa
L'ulcera solitaria del retto è una lesione simile alla ragade anale, però posizionata nell'alto retto, e non nel canale anale (dunque a circa 12-13 cm dall'orifizio).
Si tratta di una patologia un tempo molto rara (circa un caso su 100.000) ma che, con la modifica della dieta della popolazione avvenuta negli ultimi decenni, è divenuta molto più frequente.
profonda ulcera solitaria del retto
La lesione, che viene chiamata 'solitaria' ma che, spesso, è accompagnata da flogosi e infiammazione della mucosa a suo contorno, si presenta spesso sanguinante, profonda, localizzata grossomodo poco sotto l'ampolla rettale, dove le feci formate si raccolgono.
La causa di questa ulcera, che cronicizza e risulta a lenta o lentissima cicatrizzazione, è sostanzialmente la stitichezza cronica, causata a sua volta, spesso, da una dieta errata, povera di fibre ed acqua.
Le feci stitiche, tipicamente dure e spesso di consistenza 'caprina', simili a sassi, vengono raccolte nell'ampolla e lì lacerano la mucosa che, col tempo, si tramuta in ulcera.
Oltre alla stitichezza, causa scatenante primaria ben nota, l'ulcera solitaria del retto può comparire anche per alterazioni delle dinamiche defecatorie, nonché conformazioni atipiche dell'ampolla rettale, che possono dar luogo ad un insolito prolasso mucoso.
Essendo una lesione viva, l'ulcera solitaria del retto può sanguinare e, sebbene l'ematochezia non sia in genere copiosa come quella causata dalle emorroidi o dalla ragade anale, può comunque essere visibile al paziente, spesso mischiata alla feci, che appaiono dunque con strane striature rossastre.
La condilomatosi ano-rettale
test dei condilomi peri-anali con acito acetico
I condilomi sono delle lesioni della pelle o anche della mucosa, di forma variabile, causate all'infezione del virus del papilloma umano (HPV - Human Papilloma Virus).
Per sintetizzare, sono la risposta estrema del nostro sistema immunitario all'infezione incontrollata del virus HPV, che ha soverchiato le difese naturali del corpo che, dunque, per difendersi tenta di 'spingere' il virus confinandolo verso l'esterno, cioè verso la pelle.
condilomatosi interna al canale anale
Esistono circa 200 tipi di virus HPV, e la loro trasmissione avviene per contatto diretto pelle mucosa, pelle-pelle o mucosa con mucosa.
Proprio per questo, una delle forme di trasmissione più frequenti e pericolose è proprio quella sessuale, e dunque il virus HPV è annoverato tra le Malattie Sessualmente Trasmesse (MST).
Essendo sostanzialmente un virus opportunista, l'HPV tende ad aggredire e proliferare in soggetti immunodepressi (anche temporaneamente), dove le difese immunitarie sono dunque basse e facilmente aggirabili.
L'HPV può colpire qualsiasi parte del corpo, dando origine alle verruche, ma quando aggredisce i genitali o l'ano si parla più propriamente di condilomi ano-genitali.
La mucosa ano-rettale è particolarmente ricettiva a qualsiasi infezione virale, non solo perché non è adeguatamente protetta dallo strato corneo (che non c'è), ma perché è per sua stessa natura 'assorbente', poiché dotata di innumerevoli vasi linfatici, necessari per riassorbire i liquidi delle feci in formazione.
In particolari condizioni, dunque, l'infezione HPV può penetrare nel canale anale ed espandersi anche fino al retto, dando origine alla condilomatosi.
Spesso i condilomi, che solitamente hanno caratteristica forma 'a cresta di gallo' e risultano dunque floridi e carnosi, possono lacerarsi al passaggio delle feci, sanguinando e dando origine quindi all'ematochezia.
La diverticolite e la lacerazione dei diverticoli
I diverticoli sono delle piccole 'sacche' della mucosa del colon, della specie di 'estrusioni' della stessa che possono essere presenti sin dalla nascita oppure formarsi nel tempo, per motivi ancora non del tutto noti ma che sembrano legati a dieta scorretta, aumento della pressione endoluminale, una certa predisposizione genetica che rende la parete intestinale particolarmente debole, nonché l'età avanzata.
Possono manifestarsi in pressoché ogni tratto del colon (eccetto il canale ano-rettale), ma tendono a comparire nella parte discendente e nel sigma.
La diverticolosi, cioè la presenza dei diverticoli del colon, non è necessariamente una condizione patologica e può anche rimanere silente tutta la vita del soggetto, ma in particolari condizioni, legate spesso all'alimentazione, i diverticoli possono infiammarsi, infettarsi, lacerarsi e persino perforarsi (complicanza grave), dando origine a quella che viene chiamata invece diverticolite.
Episodi violenti di diverticolite, oltre ad essere molto dolorosi (e spesso richiedere ospedalizzazione) possono ovviamente portare all'ematochezia, che in casi non rari prende l'aspetto e la sintomatologia di vera e propria rettoragia.
La proctite, l'infiammazione del canale ano-rettale
proctite con feci acidificate
La proctite è un'infiammazione del canale ano-rettale che, a differenza dell'anite coinvolge non solo l'ano, ma anche il canale anale e anche tutto il retto, sino all'ampolla.
La mucosa ano-rettale, in presenza della proctite, perde la sua naturale colorazione rosata per assumere un colore rossastro, con aspetto edematoso, spesso sanguinante, in cui si assiste anche ad iper-produzione di muco.
severa proctite del canale anale
Si tratta di una tipica infiammazione con relativa flogosi dei tessuti, le cui cause sono le più disparate: episodi di diarrea, acuta o cronica, stipsi con evacuazioni dure e difficili da espellere, eccesso di alcuni alimenti notoriamente infiammanti nella dieta (peperoncino, pepe, spezie in generale, ecc.), prolasso emorroidario, ragadi anali, infezioni intestinali, parassitosi, et similia.
L'infiammazione della mucosa ano-rettale può essere da lieve a severa, e in questo caso le pareti del canale possono lacerarsi, spesso al passaggio delle feci ma anche spontaneamente, dando origine ad episodi di ematochezia che, in alcuni casi, risulta severa, con emissione di sangue rosso vivo dall'ano, solitamente accompagnato da dolenzia, bruciore e prurito anale.
La rettocolite ulcerosa: quando il sistema immunitario attacca l'intestino
mucosa ano-rettale lacerata da episodio di rettocolite ulcerosa acuto
La rettocolite ulcerosa, chiamata anche semplicemente colite ulcerosa, è una malattia autoimmune che attacca le cellule del colon, e in particolare quella del tratto discendente, il sigma e, per l'appunto, il retto, porzione intestinale che risulta particolarmente gravata dalla patologia.
Essendo una malattia autoimmune, le sue cause sono ancora non del tutto chiare alla scienza, ma il suo meccanismo d'azione è tipico di tutte le altre patologie similari su base autoimmunitaria: anche piccoli ed innocui stimoli ambientali, o piccole alterazione della flora batterica intestinale, possono scatenare una violenta risposta del sistema immunitario che 'attacca' le stesse cellule dell'organismo, dando origine ad una severa flogosi con infiammazione dei tessuti.
rettocolite ulcerosa in fase acuta
Il sintomo principale della rettocolite ulcerosa è la diarrea, cronica e che si presenza con violenti attacchi, anche più volte durante la giornata, accompagnati da spasmi e l'emissione di cospicue scariche di sangue, vere e proprie rettoragie.
L'emissione di tutto questo sangue è data dalla lacerazione, con formazione di vere e proprie ulcere (macro e micro) su tutto il canale anorettale, che spesso proseguono anche oltre l'ampolla, nel sigma e, a volte, anche nel colon discendente.
Il protrarsi di questa condizione iper-infiammatoria, se non trattata con adeguati farmaci immunosoppressori e dieta anche'essa idonea, può peggiorare in quadro clinico, con l'instaurarsi di una proctite cronica, profonde ulcerazioni che diventeranno poi ragadi, anche ascessi peri-anali con la formazione di pericolose fistole anali.
La Malattia di Crohn
La Malattia di Crohn è un'altra patologia su base autoimmune, osservata per la prima volta con metodo scientifico dal Dott. Burril Bernard Crohn, un Medico Gastroenterologo americano degli anni '30 del XX secolo.
La Malattia di Crohn presenta forti analogie con la rettocolite ulcerosa, ma al contrario di quest'ultima la violenta infiammazione della mucosa del colon può svilupparsi per tutta la lunghezza di questo, anche nel tratto ascendente e traverso.
tessuto affetto da malattia di crohn visto al microscopio
Come per tutte le patologie autoimmuni, anche per la Malattia di Crohn non è al momento possibile trovare una spiegazione certa del fenomeno di auto-attacco del sistema immunitario alle stesse cellule dell'organismo, ma la ricerca ha stabilito che alcuni geni, il CARD15 e il NOD2 presenti sul cromosoma 16 sono i responsabili della predisposizione genetica alla patologia (sebbene si sospetti ve ne siano molti altri).
La Malattia di Crohn, nei suoi stati acuti, provoca sintomi comparabili con quelli della rettocolite ulcerosa (diarrea, dolori intestinali e spasmi, emissione di copioso sangue dall'ano, ecc.) ma spesso più gravi poiché, non di rado, l'infiammazione è talmente intensa da produrre ulcerazioni estese di interi settori del colon, che viene a tutti gli effetti perforato e che, a volte, richiede l'urgente ricorso alla Chirurgia.
Il sangue dall'ano: molte cause possibili, che richiedono sempre una valutazione proctologica
Come abbiamo visto sino a qui, l'emissione di sangue rosso vivo dall'ano può essere causato da una lunga serie di patologie o condizioni patologiche dell'intestino, in special modo della sua parte finale, cioè il canale ano-rettale.
Queste cause possono essere di lieve entità , come un episodio diarroico, o più severe, come una malattia autoimmune, o anche progressive e peggiorative, come ad esempio il prolasso emorroidario.
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Proprio per questa lunga lista di possibilità che possono causare un'ematochezia e una rettoragia, è importante rivolgersi sempre, in caso di sanguinamento (anche modesto) durante o dopo la defecazione ad un Medico Proctologo per l'opportuna valutazione.
La visita proctologica è l'unica scelta sensata che, unita all'esame di proctoscopia, può fare luce sulle cause del sanguinamento, e il Medico Proctologo può anche rimandare ad esami più specialistici, come ad esempio una colonscopia, nel caso sospetti di condizioni patologiche che possono estendersi anche oltre il canale ano-rettale.
L'importante, in caso di presenza di piccole perdite di sangue rosso vivo nelle feci, durante o dopo l'evacuazione, è rimanere calmi: la maggior parte degli episodi di sanguinamento, val bene ripeterlo, è di origine benigna, e spesso sono correlati alla patologia emorroidaria oppure ad una ragade anale.
Quindi, niente panico: rimanere calmi e razionali, e prenotare il prima possibile una visita specialistica proctologica.
Nel caso invece di rettoragie vere e proprie, cioè di perdite copiose di sangue dall'ano che si prolungano nel tempo, è spesso necessario rivolgersi al più vicino Pronto Soccorso, poiché potrebbe essere in atto un'emorragia interna all'intestino (o vi potrebbe essere la perforazione di un diverticolo), che potrebbe richiedere cure mediche e chirurgiche d'urgenza.
FAQ (domande frequenti)
Non bisogna preoccuparsi, ma è importante rivolgersi il prima possibile ad un Medico Proctologo per una visita specialistica che possa identificare la causa del sanguinamento.
In caso di perdite copiose e persistenti di sangue (rettoragia vera e propria), è invece necessario recarsi al Pronto Soccorso poiché potrebbe essere in atto un'emorragia interna, ad esempio causata da una perforazione dei diverticoli.
Altre possibili cause comprendono i polipi intestinali, la diverticolite, la rettocolite ulcerosa e la Malattia di Crohn.
Solo sporadicamente, e di solito in stadi ormai avanzati, la perdita di sangue dall'ano è causata da un carcinoma del retto o del colon.
Il prolasso emorroidario può provocare l'emissione di sangue rosso vivo durante o dopo la defecazione, causato dalla lacerazione delle pareti dei gavoccioli emorroidari al passaggio delle feci.
Il sanguinamento emorroidario è generalmente di colore rosso brillante, e può variare da poche gocce (ematochezia) a perdite più abbondanti (rettoragia), a seconda della gravità del prolasso.
Si manifesta generalmente con dolore e bruciore intensi durante e dopo la defecazione, accompagnato da emissione di sangue rosso vivo.
Il dolore può persistere anche per ore dopo l'evacuazione e spesso è associato a spasmi dello sfintere anale interno, che ostacolano la guarigione spontanea della lesione.
Possono sanguinare a causa delle loro stesse caratteristiche istologiche o, più comunemente, per lo sfregamento con il materiale fecale durante il transito intestinale.
La presenza di polipi richiede sempre un'indagine approfondita, eventualmente mediante colonscopia, per valutarne la natura e decidere l'eventuale asportazione, che di solito è sempre consigliata in via precauzionale.
La rettoragia invece è un'emissione copiosa di sangue dall'ano, che rappresenta una condizione più grave e richiede spesso un intervento medico urgente.
Entrambe le condizioni necessitano di valutazione specialistica per identificarne le cause.
Episodi violenti di diverticolite possono causare ematochezia significativa o vera e propria rettoragia, oltre ad essere molto dolorosi e richiedere spesso ospedalizzazione.
I diverticoli tendono a manifestarsi principalmente nella parte discendente del colon e nel sigma, e la loro perforazione rappresenta una complicanza grave, che richiede solitamente cure chirurgiche immediate.
È accompagnata da spasmi intestinali e dall'emissione di cospicue quantità di sangue (rettoragia), causate dalla formazione di ulcere nella mucosa del canale ano-rettale.
Se non trattata adeguatamente con farmaci immunosoppressori e dieta appropriata, può evolvere in proctite cronica con formazione di ragadi profonde e fistole anali.
La Malattia di Crohn può causare infiammazioni così intense da produrre ulcerazioni estese e perforazioni di interi settori del colon, richiedendo talvolta interventi chirurgici urgenti.
Entrambe le condizioni presentano sintomi simili quali diarrea, dolori intestinali, spasmi ed emissione di sangue dall'ano.
In base ai risultati, il Medico Proctologo può richiedere esami più approfonditi come la colonscopia, qualora sospetti condizioni patologiche che si estendono oltre il canale ano-rettale.
È importante prenotare quanto prima una visita specialistica in caso di sanguinamento, anche se modesto, per identificare tempestivamente la causa e intraprendere il trattamento più adeguato.
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Quindi ricorda che...
- La presenza di sangue rosso vivo durante la defecazione richiede sempre una valutazione medica, ma nella maggior parte dei casi l'origine è benigna;
- Le emorroidi e le ragadi anali sono le cause più frequenti di sanguinamento anale e possono essere trattate efficacemente con terapie conservative o mini-invasive;
- La visita proctologica è l'esame fondamentale per identificare con precisione la causa del sanguinamento e impostare il trattamento più adeguato;
- Il dolore intenso accompagnato da sangue rosso vivo è spesso indicativo di una ragade anale, che può essere trattata con successo dal Medico Proctologo;
- I polipi intestinali possono sanguinare e richiedono una valutazione accurata, eventualmente con colonscopia, per escludere complicanze;
- La proctoscopia permette di visualizzare direttamente il canale ano-rettale e rappresenta un esame diagnostico essenziale e ben tollerato;
- In caso di rettoragia copiosa (perdite abbondanti di sangue) che persiste, è importante recarsi al Pronto Soccorso per le cure necessarie;
- La diverticolite, cioè l'infiammazione dei diverticoli, può causare sanguinamenti significativi: una dieta ricca di fibre e un'adeguata idratazione aiutano a prevenirla;
- Le malattie infiammatorie croniche intestinali come rettocolite ulcerosa e Malattia di Crohn richiedono un follow-up specialistico costante;
- Rimanere calmi è fondamentale: la maggioranza degli episodi di sanguinamento anale ha origine benigna e può essere risolta con trattamenti adeguati;
- La stipsi severa e gli sforzi eccessivi durante l'evacuazione possono causare lacerazioni e sanguinamenti: curare la regolarità intestinale è dunque importante, poiché le feci troppo dure, che permangono per molto tempo nel colon, al passaggio nel canale ano-rettale possono lacerare la delicata mucosa e dare origini a ragadi ed emorroidi patologiche;
- Anche piccole perdite di sangue non vanno sottovalutate: prenotare una visita specialistica permette di intervenire tempestivamente;
- Il canale ano-rettale può essere interessato da diverse condizioni, tutte diagnosticabili con una corretta valutazione proctologica;
- La colonscopia può essere richiesta dal Proctologo quando sospetta condizioni patologiche che si estendono oltre il canale anale;
- in caso di sanguinamento dall'ano, anche di poche gocce di sangue, Prenotare il prima possibile una visita proctologica è la scelta più sensata per tutelare la propria salute ed avere un quadro preciso del problema
Nota deontologica
La Proctologia, in Italia, non ha ancora una Scuola di Specializzazione riconosciuta dal Ministero dell'Istruzione.
Non è quindi legalmente possibile riportare l'aggettivo 'specialista' al Medico Proctologo, poiché tale titolo accademico è riservato solo al Medico che, legalmente, ottiene un Diploma di Specializzazione.
Come branca della Medicina, la Proctologia può essere inquadrata come disciplina chirurgica, che può però allargarsi ed intendersi perfezionamento della Gastroenterologia, della Dermatologia, della Chirurgia Vascolare, dell'Oncologia, della Infettivologia e, non ultimo, anche della Ginecologia.
Questo vuol dire che la formazione del Medico che intende definirsi 'Proctologo' è effettuata prevalentemente sul campo, attraverso l'esperienza diretta e i casi clinici affrontati e risolti, nonché del continuo studio ed aggiornamento professionale.
La Dott.ssa Luisella Troyer, iscritta all'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Milano, tiene dunque a precisare che ella è un Medico Chirurgo Specialista in Chirurgia Vascolare, e perfezionata poi Proctologo durante il suo trentennale esercizio della professione medica.

Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dalla Dott.ssa Luisella Troyer il giorno:
domenica 20 aprile, 2025
La Dott.ssa Luisella Troyer è un Medico Chirurgo, specializzata in Chirurgia Vascolare e perfezionata in Proctologia.
Sin dal suo percorso come specializzanda, la Dottoressa ha avuto a cuore lo studio e la cura delle patologie proctologiche, in particolar modo delle emorroidi e dei prolassi emorroidari.
Ha accumulato, nel corso del suo esercizio come Chirurgo, circa 5000 ore di sala operatoria come primo operatore, di cui circa 120 di emorroidectomia Milligan-Morgan.
È uno dei primi Medici ad aver studiato e sperimentato la terapia con scleromousse per le emorroidi patologiche, che la Dottoressa ha giudicato d'elezione per il trattamento non traumatico dei prolassi emorroidari, con statistiche di risoluzione superiori al 95% e pertanto spesso comparabili con l'accesso chirurgico.
In ogni sua visita proctologica la Dottoressa utilizza, a complemento della valutazione clinica, un moderno videoproctoscopio totalmente digitale, di sua ideazione e realizzazione, in grado di catturare in tempo reale flussi video in alta risoluzione, che compone l'esame specialistico denominato Videoproctoscopia Endoscopica Elettronica.
Esegui l'esame della Video Proctoscopia Endoscopica Elettronica*
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